STEFANO GUGLIOTTA ovvero la tessera del poliziotto

Più che lottare contro la tessera del tifoso potremmo avanzare l'ipotesi, suggestiva, e lavorare sulla tessera del poliziotto, perchè no?
Così forse potrebbe scattare il daspo anche per il difensore dell'ordine e della legge quando si becca con le mani in pasta, anzi con le mani sulla faccia di qualche povero diavolo, colpevole solo di passare nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Per esempio, perchè non parliamo del gruppetto di poliziotti che si sono divertiti alla grande la sera di Roma-Inter massacrando di botte l'ennesimo Stefano di turno?
Ma glielo vogliamo dare o no questo daspo anche a loro, magari per 5 stagioni, con obbligo di firma in casa e fuori?
Ma possiamo stare tranquilli e non aver paura, qualcuno ha detto che le indagini sono partite ed i colpevoli saranno puniti senza pietà, che bello ragazzi, un'altra esemplare condanna, come è accaduto a Spaccarotella ...
Intanto Stefano, gonfio come una zampogna e spaventato da morire, passerà un'altra nottata in carcere, così, giusto per non farsi mancare nulla.
che amarezza!

Vedi Stefano che gira e rigira poi alla fine si torna sempre al solito discorso?
Quando la follia è drogata e vestita di nero non si può far finta d niente.Al solito se la cantano e se la suonano,nei tg o non passa niente sull'accaduto o molto ridimensionato.Ma non fa niente,tanto chi queste vicende le ha vissute certi comportamenti li conosce.TUTTI TESTIMONI al fianco di Stefano aggredito senza un perchè dalla polizia.FINCHE' CHI PORTA UNA DIVISA SARA' VIOLENTO,CHI NON LA PORTA NON SARA' DA MENO.

nè rossi nè neri, volti coperti liberi pensieri

guardate questo cane perchè è incredibile
http://tv.repubblica.it/mondo/kanellos-il-cane-anarchico-sulle-barricate-di-atene/46827?video

"Ci sedemmo dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati" (Bertold Brecht)

Marco caro, è da qualche decennio che lo so, è dalle mie esperienze dirette che conosco bene la fine della storia e questo per un mero discorso di anzianità.
Quando insorgo è perchè le cose si dicono a metà, oppure quando si vede solo quello che fa comodo per svariati motivi e quello che fa comodo viene utilizzato al meglio per i propri scopi, l'aggressione selvaggia al povero Stefano Gugliotta parla da sola e ti fa venire la pelle d'oca.
Sopratutto perchè parla di un ragazzo privo di qualsiasi colpe, lontano da atteggiamenti aggressivi e provocatori, insomma in mano non ha armi, palanche, bastoni o estintori che possano giustificare la reazione che l'ha travolto.
Eccola la grande differenza, ed è qui che divento viola (ops ...), quando vai a cercare rogna e sei ben cosciente delle probabilità che possa non finire bene è solo un tuo problema e non devi lamentarti, diventa invece un problema di tutti nel caso specifico, dove appare evidente che nessuno vuole cercare guai.
Poteva finire male nel senso che per le percosse si può morire, vuoi per le lesioni, vuoi per la paura, come è accaduto ad Antonio De Falchi quando è rimasto sotto quel gruppo di vigliacchi che lo aggredirono alle spalle, tanti contro tre, che eroi ...
Come a Stefano, erano in molti a massacrarlo di botte e non aveva fatto nulla, ci mancava solo che lo finissero con un colpo in testa, roba da restare a bocca aperta.
Il bello di questa storia (ammesso che ci possa essere qualcosa di piacevole) è che,come per l'assassinio di Gabriele dove la tecnologia ha permesso di evitare che qualcuno mischiasse le carte in tavola, le immagini riprese dall'alto hanno fatto scoprire l'accaduto, situazione che in altri tempi e in assenza del breve video sarebbe stata sottoposta alla "damnatio memorie" e fatta sparire.
In fondo è prassi comune dalle nostre parti, l'hanno fatto per Ustica, figuriamoci per un povero diavolo di appena 25 anni!
Sono moderatamente inviperito
ps - attendiamo ansiosi gli sviluppi dell'inchiesta in corso

Conosco l'atteggiamento di certi funzionari, quando si " gioca " a guardie e ladri è normale che una " rincarcata" detto alla fiorentina te la puoi anche prendere. Io manganellate ne ho prese, e se me le hanno fate significa che me le meritavo. Ma mi sembra ormai prassi sovente quella di colpire a casaccio, anzi a colpire chi è più indifeso, perchè andare a randellare un gruppo compatto di 200 ultras è all'evidenza dei fatti un pò più difficile... Meglio prendersela con uno senza motivo che fra l'altro tifa Juve e che quindi della finale di mercoledì gliene importava veramente tanto....
Vorrei sapere perché Stefano Gugliotta è trattenuto in carcere. Da chi e per quali motivi. Vorrei sapere chi sono gli agenti che in almeno 10 contro uno lo hanno pestato a sangue. Vorrei sapere se saranno incriminati e se sconteranno qualche pena. Vorrei che Stefano sia liberato subito. La madre cita un testimone che riferisce di "godimento del massacro" (vedi video). I poliziotti onesti (l'assoluta maggioranza) non devono coprire questi gesti.

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queste due foto risalgono alla prima partita dopo la morte di Stefano Biagini

Fiorentina - Milan finale di coppa Italia a Roma in curva Sud 1975

Concordo al 1000 % con quanto detto da Stefano, forse perchè abbiamo avuto esperienze simili.
La cosa preoccupante è che se prima te ne stavi tranquillo ed in disparte nel 95% dei casi (dico 95 perchè in 2 occasioni sono stato vittima innocente delle azioni dei celerini ma senza subire pestaggi) non ti succedeva niente. Ora è diverso, anche se stai a casa rischi qualcosa.

Ricordo alla fine degli anni 70, primi 80 (aò ... so un pischello ahaha) le continue manifestazioni per il centro di Roma a sfondo politico, spesso ci si ritrovava in mezzo a una vera e propria guerra senza volerlo ma se decidevi di stare buono e con un pò di buon senso si riusciva a prevedere il pericolo e schivarlo (anche questo insegnava lo stadio).
Ora no, tra prevenzione, daspo, e invenzioni varie, le città vengono trasformate in una specie di bomba che alla minima scintilla scoppia .. e allora giù botte, arresti e via dicendo e non ci si pone nemmeno il problema di chi si stà picchiando od arrestando, se è una donna con un bambino, se è un povero cristo che scende da casa per andare a una festa.

Non so se fà parte di un disegno preciso, e nemmeno voglio pensarlo, di mettere sempre più in opposizione i cittadini contro le forze dell'ordine e, con la scusa della sicurezza, reprimerci sempre di più ... spero siano solo paranoie mie.
Pensate bene a quello che stanno organizzando per domenica a Roma e Milano.
Penso che sia romanisti che interisti stiano preoccupandosi solo del risultato finale del campionato e a festeggiare in caso di vittoria. Certo che ai milanisti ed ai "dirimpettai" non farà piacere vedere giore gli eterni rivali ma a priori" nessuno, spero, pensi a vendette o pestaggi nei confronti di chi festeggia.
Se non ci pensano i tifosi, ci pensa Maroni che intanto dà l'idea di possibili problemi, quindi decide di blindare le due città e di spostare le partite di Milan ed "innominabile" al sabato (infischiandosene, come al solito, di chi magari aveva fatto dei programmi sapendo che la partita si svolgeva alle 3 di domenica).
Immagino il clima domenicale, centro della città riempito di poliziotti ed al primo eccesso, giù botte e festa rovinata.
Ma è possibile finirla con questa maledetta prevenzione? perchè se esco per festeggiare devo essere considerato un teppista in potenza?
Perchè, invece di infliggere daspo a destra e sinistra non si prendono e castighino, secondo le regole democratiche, solo i colpevoli sia da una parte che dall'altra? Siamo cosi tanto incivili o è lo stato che è incapace di far osservare le leggi?

Vorrei aggiungere che, sia i tifosi che i poliziotti fanno parte di una società sempre più degenerata e che rispetta sempre meno l'essere umano: forse questa è la causa principale di tutti i problemi

Marco

Ci credete se per Fiorentina - Roma fra i daspati ci sono due ragazzi che nemmeno erano allo stadio??? Colpevoli solo di assistere alla partita da un settore della Fiesole " non allineato ". Parterre 4009 in basso a destra, E' TUTTA UN'ALTRA PARTITA.
Non farò nessuna tessera, non dirò mai sissignore, sarò sempre contro il sistema. E quando morirò, lo farò a testa alta.
A questi fenomeni provetti Rambo dal manganello facile, consiglierei vivamente di farmi compagnia a lavoro, cioè aiutare anziani ma soprattutto disabili. Chissà, forse una folgorazione li potrebbe ravvedere. " Quando indossa la divisa un leone è, nella vita sai che uomo è... "

E così quel delinquente che risponde al nome di Stefano Gugliotta è stato mandato a casa, che scandalo liberare un così pericoloso criminale, andando avanti di questo passo dove andremo a finire?
Non c'è più religione ...
Leggevo ieri in cronaca la dichiarazione degli agenti, i quali hanno detto che cercavano proprio lui, bene, ammesso e non concesso che lui fosse coinvolto negli scontri nel momento del fermo nessuno può sentirsi autorizzato a fare quel che si è visto nelle riprese.
Poi per favore smettiamola di prenderci in giro e di parlare di un solo pugno, le lesioni riportate dal pessimo elemento sono frutto di un trattamento ben diverso, diciamo più sostanzioso.
Sia chiaro come non abbia nessuna voglia di generalizzare, non lo posso fare perchè quando lo mettono in pratica nei miei riguardi divento una belva, non siamo tutti uguali per fortuna ma partendo da questo punto l'opinione pubblica si attende la giusta severità, la stessa che viene applicata nelle altre situazioni.
Quindi escludendo i tifosi, mai ... -sm-

Video-pestaggi di Stato (di Luca Telese, Il fatto quotidiano 12-05-2010)



Roma, 12 maggio 1977, 33 anni fa. I più giovani non se lo ricordano l’agente Giovanni Santone. Nella giornata più feroce degli anni di piombo, apparve come uno spettro, in mezzo al fumo negli scontri fra polizia e manifestanti. Vestito “da compagno studente”: folta chioma riccioluta, maglia sportiva bianca con striscia alla Charlie Brown, borsello a tracolla. E una pistola in mano. I “fotografi democratici” (come si diceva allora) lo immortalarono al fianco di un blindato identificandolo come poliziotto infiltrato. Fu scandalo: Forattini disegnò Santone con le fattezze di Cossiga, i radicali fecero un manifesto con il ministro dell’interno: “Il mandante”. Mai prima di allora la cosiddetta “Controinformazione” aveva prodotto prove documentarie sulla presenza di agenti in borghese armati. Quel giorno moriva, colpita da proiettile anonimo, Giorgiana Masi.
Genova, luglio 2001. L’immagine che non si scorda, fra tante, è un ispettore di polizia che prende un ragazzo a calci in faccia. Di questa efferata sequenza – volto sfigurato, sangue, ecchimosi – esistono almeno tre diverse riprese, come di tutti gli scontri di quei giorni: il G8 è stato il primo rito di violenza collettivo immortalato da un coro di testimonianze video. Dopo di allora nulla è stato come prima. Cosa unisce i casi di Cucchi e Aldrovandi? Che la prova delle percosse è fornita dalle foto obitoriali delle autopsie, coraggiosamente diffuse dalle famiglie. usate come arma mediatica. Per Giuseppe Uva, a Varese, la prova dell’aggressione è incastonata nelle telefonate dell’amico al 118. Nel presunto pestaggio della caserma di Ferrara, le immagini impresse nel circuito chiuso sono arrivate fino al Tg3. A Teramo l’incredibile disposizione delle guardie carcerarie (“Il negro ha visto tutto. Un detenuto non si massacra in sezione, si massacra sotto…”) è stata catturata da un telefonino. La violenza su Stefano Gugliotta sarebbe una diceria, se gli abitanti di viale Pinturicchio non avessero filmato con i cellulari. Un operatore si è preso un pugno per documentare gli scontri all’Olimpico. A noi non interessa il disco rotto delle forze dell’ordine che fanno il loro dovere (ovviamente è vero). E nemmeno chiederci se ci sia più o meno violenza che negli anni ‘70: l’opinione pubblica oggi questa violenza la vede, documentata in modo inoppugnabile da una sorta “Grande fratello democratico” che ha mille occhi: è in ogni strada, in tutte le città. Ha ragione il Secolo, a pretendere che il ministro parli. Che il governo non dica nulla sulle violenze denunciate è grave. Ma che pensi di poter tacere di fronte ai video-pestaggi di Stato è inaccettabile. "

P.S.AVETE NOTATO A VOLTE SUL FORUM SPARISCONO ALCUNI POST PUBBLICATI?





La polizia di Verona ha arrestato due ultrà delle tifoserie gemellate dell'Hellas Verona e della Fiorentina per le contestazioni di domenica scorsa allo Stadio Bentegodi alla fine dell'incontro vinto dal Portogruaro, scontro diretto per il passaggio in serie B. I due tifosi, P.Y., 33 anni, di Firenze, e M.M., 34, di Verona, sono accusati entrambi di violenza nei confronti delle forze dell'ordine, avendo colpito con calci e con un'asta gli agenti impegnati nel servizio d'ordine.

E così abbiamo avuto il piacere di ascoltare l'intervista di Stefano, atteggiamento pseudo-tranquillo, toni fin troppo pacati, dichiarazioni tra il volemose bene e il quasi quasi sono più imbarazzato io di loro, ammazzalo che diavolo di teppista, certo il poliziotto nella dichiarazione di essere stato costretto a mettergli le manette tanto la reazione era stata furibonda e violenta ha davvero detto il vero.
Qule dente mancante poi, secondo voci di corridoio non confermate, era cariato da tempo e la sua caduta è dovuta a delle mere motivazioni naturali.
Detto questo vediamo cosa accadrà adesso ...

L'identificativo per le Forze dell'Ordine è ormai necessario, se non sul casco almeno sul manganello. La sua impronta, se possibile indelebile, sul cranio del malcapitato consentirà di accertare il responsabile senza difficoltà. I celerini devono avere un numero identificativo, chi fa cazzate deve pagare ed essere immediatamente licenziato. Non possiamo essere malmenati da coloro ai quali paghiamo lo stipendio. E' INACCETTABILE. Questi il più delle volte sono ragazzi giovani, che la divisa gli gli fa l'effetto della tuta di SUPERMAN, si credono forti e autorizzati a menare le mano (e i manganelli) quindi vanno individuati e rimandati nella disoccupazione. Devono avere un numero per essere identificati immediatamente dalle autorità preposte. Mi domando che piega avrebbe preso la vicenda di Stefano Gugliotta senza le casuali riprese di quel telefono cellulare. Solidarietà a chi questa fortuna non l'ha avuta e di conseguenza senza l'eco mediatico si trova ancora, forse incolpevolmente, in stato di fermo. Ma che Paese è questo? Siamo piombati in un sistema che ragiona solo di pancia, dove è l'opinione pubblica a fare "giustizia" e a decidere le sorti del prossimo. In un Paese dove i controllati sono i controllori, dove la commistione fra pubblica amministrazione e società appaltatrici ha raggiunto livelli di corruzione senza ritorno, dove l'economia frana e ogni giorno chiudono imprese creando disoccupazione senza che chi rimane a casa riceva successivamente una pur minima assistenza ,i veri reali problemi sono i lavavetri ai semafori, i writhers e i tifosi che vanno allo stadio. E forse il motivo come diceva quel redskin di Roma morto anni fa, per il quale gli ultras sono una nicchia di resistenza sociale di cui va fatta tabula rasa, è che sono rimasti l'unica palestra mentale per i ragazzi di queste genereazioni, la mia compresa, per il vecchio discorso che la gente che pensa fa paura alle istituzioni ergo il fenomeno ultras va debellato. Nell'aria c'è qualcosa di strano. La strategia della tensione nelle curve (così ribattezzata) finalizzate alla tessera del tifoso e alla costruzione dei nuovi stadi (Europei 2016). Grazie ad un video postato su You Tube Gugliotta viene giustamente liberato, ma gli altri che sono carcerati da 9 giorni e non hanno avuto la fortuna di essere stati ripresi da liberi cittadini? Possibile che viviamo in un cazzo di posto dove decide l'opinione pubblica chi è colpevole e chi no? Ormai è evidente che il tramite istituzioni-utenza sia rappresentato da un agente in assetto antisommossa. Questo sì è il vero sportello del cittadino. Finchè tutto sarà semplificato come una partita in una contrapposizione fra "buoni" e "cattivi" non cambierà. La violenza genera solo altra violenza. Ma questo non lo capiranno mai,perchè non gli conviene. Nella paura si ottiene il consenso sociale, e si fanno ottimi affari.
http://current.com/groups/inchieste/91316372_ultras-nel-bene-e-nel-male.htm
" Il distinguersi dalla massa è un sacrificio per molti. Spesso l'obiettivo non viene nemmeno raggiunto. Perchè? Il volersi distinguere dal "gruppo" comporta spesso l'adesione ad un altro "gruppo" di minor rilevanza sociale. Si è comunque, nella moda e nei codici, all'interno di una schiera. Questa ricerca si rivela per molti, un impegno continuo che non lascia spazio al godimento delle piccole cose. Una ossessione. "

Riguardo il fatto di essere stato ripreso dall'alto che dire, altro che fortuna ragazzi, di più, molto di più, possiamo parlare di salvezza nel vero senso della parola, perchè nulla mi vieta di pensare che se quel gruppo di poliziotti avesse avuto la certezza di non essere visto da nessuno probabilmente Stefano avrebbe perso ... qualche dente in più!
La sua fortuna, che strano paradosso, poi risulta evidente quando pensi agli altri fermati che stanno ancora dentro, senza dimenticarsi dell'altro "teppista" in fuga, il quale per essere fermato è stato puntato ed investito, nel vero senso del termine.
Che cose strane si stanno verificando vero?
Strana come per Gabriele, un poliziotto senza conoscere i motivi di una lite, deprecabile quanto vogliamo ma durata meno di un lampo e scatenatasi dall'altra parte dell'autostrada cosa fa per fermare delle auto che stanno ripartendo? Eh, cosa fa?
Si mette a correre in direzione delle auto e da una distanza siderale prende la mira e spara, che tra lui e i bersagli ci sia l'autostrada del sole è un particolare insignificante, come quello che alle spalle delle macchine sia presente un grosso bombolone, il quale se colpito avrebbe fatto BUMMMMMM!!!
Il tutto condito dall'assoluta incapacità di sapere chi ci fosse stato nella macchine.
Che cose strane, vero?

Questo è un pensiero del mio amico giallorosso di Guidonia.

Chi custodirà i Custodi? Testimonianza dall’inferno dello Stadio Olimpico di Roma

Il calcio. Festa di popolo, specchio della società, spaccato di una quotidianità sempre più asfissiante, che riserva spesso allo sport il ruolo di “acceleratore di battiti” in una vita monotona. Un calcio che cambia, spesso in peggio. Ma qui non è solo calcio. Qui è altro. Si chiama professionalità, coscienza, senno, che spesso viene a mancare, sostituito da altro. E vale per entrambe le categorie di cui parleremo tra breve. Eccesso di zelo? No, non è quello. Non si tratta di impiegati zelanti. Abuso di potere? Forse. Tifosi e forze dell’ordine. Rapporti sempre tormentati. Non solo calcio, tuttavia. La scuola Diaz, Genova e il G8 fatti troppo recenti per essere dimenticati. Come le violenze di alcuni manifestanti, sia chiaro. Ma dalle forze dell’ordine, ci si aspetta altro. Il tempo dei superpoliziotti deve finire.
Inter contro Roma, 5 maggio, finale di Coppa Italia è stato un match caldo in campo, ma sugli spalti e fuori prima della partita non c’è stato alcun problema. La divisione fisica tra le opposte tifoserie è stata studiata in modo marcato e netto. Spiegamento di forze simil vertice Nato. “Eppure a fine partita mi sono trovato coinvolto nei disordini”. A parlare è un ragazzo di Guidonia, 27 anni. “Vado da ormai 15 anni allo stadio, in casa ed in trasferta, le dinamiche ho imparato a capirle sulla mia pelle. Mi muovo nell’ombra, volendo arrivo sempre davanti a tutte le situazioni. Mercoledì non appena arrivato ho una strana sensazione: la PS sembra eccessivamente nervosa, sembrano caricati a molla.. pronti a scattare”. Mettendoci nei panni del nostro interlocutore, non possiamo non avere un senso di inquietudine ascoltando queste parole. Il flop totale del “piano preventivo” del derby “strutturato apposta per creare tensione e far scontrare centinaia di giovani in strada che non hanno perso tempo a riversare tutto l’odio sociale che la città di Roma sa loro offrire”. E qui il calcio non c’è più. Qui c’è altro. C’è il fallimento di tutte le misure di sicurezza rivolte al pallone. La repressione sempre più massiccia ha distrutto le ali moderate del tifo e - oltre a non centrare il problema - ha di fatto disgregato tutte le curve d’Italia creando un’infinità di microgruppi difficilissimi da controllare. “Esco con tranquillità dal mio settore. Delusione tanta, ma tutto tranquillo. Arrivo sul Lungotevere, qui è il caos. All’altezza dei chioschi noto un’aggressività sproporzionata delle Forze dell’ordine che spingono e malmenano chi vogliono. Gli arriva qualche bottiglietta, non aspettano altro. Parte una carica pesante, qualcuno viene portato via. Sono impietrito a guardare quando mi arriva da dietro una carica di un altro plotone di carabinieri (qualcuno potrebbe fotografare…). Fiuto la situazione e mi allontano verso il ponte Duca D’Aosta. Qui c’è la Finanza che si da un bel da fare, blocco del traffico (?) e manganellate gratuite a chi fa domande. Incredibile ma palese.. devono fare arresti, va giustificata all’opinione pubblica un numero di 5000 agenti per una partita di pallone”. A piazza Mancini, sempre secondo la testimonianza, botte agli immigrati e cariche continue verso gruppi di persone che defluiscono dallo stadio. “Qualcuno prova a reagire tirando qualche cosa ma è buttare benzina sul fuoco, c’è un aumentare di tensione continua e non ne capisco il motivo. Poco più giù viene portato via Stefano Gugliotta reo di essere uscito di casa sua al Flaminio e di portare una felpa rossa (viene cercato un pericoloso lanciatore di bottiglie che ha una felpa simile). Vengono arrestati altri ragazzi: 2 universitari di Chieti che erano in zona Flaminio (tifosi della Juve!) mai avvicinati all’Olimpico, altri che era la prima volta che venivano allo stadio. Nessun facinoroso. La realtà è che gente che non ha fatto nulla è costretta da 8 giorni a stare in carcere non si sa per quale motivo o quale assurda logica”. La decisione della nostra fonte è quella di scappare da questo “mare di merda” – come non essere d’accordo? - andando verso Ponte Milvio, “ma qui arrivano numerosi blindati che si fanno spazio nel traffico a sirene spiegate. Scendono una marea di agenti in tenuta antisommossa, vicino a me sfreccia un pischello sui 14 anni chissà con quali gravi colpe. Viene inseguito da tantissimi agenti” . O guardie, come si dice in gergo.
“La sensazione che ho avuto è che gli agenti fossero caricati a molla, c’era un esigenza di dover dimostrare qualcosa a qualcuno”. Per chi è solito trovarsi in ambienti estremi che siano politici, calcistici od altro, quello che è successo la notte del 5 maggio 2010 non è da considerasi situazione nuova. E non è nuova in Italia. Restiamo convinti che occorra un gran bagno di umiltà, e una maggiore serenità da parte di chi deve controllare. Non siamo in Afganistan. E troppe cose stanno succedendo, cose che impongono una riflessione. “Il voler creare problemi anche quando non ci sono è semplice e pura strategia della tensione. C’è un problema? Ti faccio vedere che te lo risolvo. Se non c’è un problema faccio in modo che ci sia. Solo con la paura si plasma il consenso sociale”. Così chiude il nostro testimone. Premettendo che il calcio e quello che ruota intorno va rivisto, premettendo che non vogliamo più sentire il richiamo al modello inglese – che troppo valido non è – che è anche più restrittivo, e poi le stazioni del metro inglese sono devastate puntualmente, non sappiamo davvero dare una soluzione. Anche perché non è nostro compito. Pensiamo tuttavia ai ragazzi ingiustamente arrestati, alla gente morta, a Gabriele Sandri e Filippo Raciti, e tanti altri, tifosi, manifestanti e forze dell’ordine. E pensiamo che non si può morire per un goal. Urge ripensamento.

Dopo Roma-Inter, Stefano Gugliotta è stato malmenato perché scambiato per un ultrà. Doveste imbattervi in dei poliziotti, vi conviene specificare subito cosa non siete. E poi era una delle prove del concorso.... Io comunque li capisco: ne picchiano talmente tanti che un errore ci puo’ stare. Durante il pestaggio, qualcuno dai palazzi urlava: “Siete in venti contro uno!”. Da qui l'immediato arrivo dei rinforzi. Il sofisticato identikit del tifoso ricercato indicava “Uno con la maglietta rossa”. Paperoga già si caga addosso. Dopo il pestaggio, Gugliotta si è salvato grazie alla tempestiva assenza dei medici; è stato scarcerato, ma resta in piedi l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Cucchi ne uscì pulito.... Un dente rotto, sei punti in testa e segni di numerose manganellate per uno scambio di persona. Pensate se era quello giusto.

"Dopo Roma-Inter, Stefano Gugliotta è stato malmenato perché scambiato per un ultrà."

Ma perchè se sei un ultrà è giusto che ti massacrano??
A regà non ho più parole!

Infatti il mio post era intriso di amara ironia. Quando c'è il veleno i diti sulla tastiera vanno da soli.... risse,striscioni,escort e cocaina. TESSERA DEL PARLAMENTARE QUANTO PRIMA!!!
http://www.corriere.it/sport/10_maggio_14/trezeguet_false_generalita_770344a0-5f24-11df-8c6e-00144f02aabe.shtml
cose da gobbi.....NON CI POSSO CREDERE!!! Se lo fa un normale cittadino fa la fine di Gugliotta....
e questi chi li diffida?


Elena Stancanelli per Piovonorane.it

Non credo di essere un’estremista, una pericolosa sovversiva. Forse un po’ anarchica, certo, ma solo filosoficamente. Nella pratica sono una cittadina quasi modello ed è quindi da questa mia pacata esistenza di cittadina democratica che mi chiedo: ma se Stefano Gugliotta, il ragazzo pestato dalla polizia a Roma la sera della partita Roma-Inter, fosse stato un ultrà, come i poliziotti (forse) credevano, cosa sarebbe cambiato sul piano della legittimità morale?

E’ grave che sia stato pestato un ragazzo scambiandolo per un ultrà, o è grave che sia stato pestato un ragazzo seduto sul motorino, che un attimo prima stava chiacchierando con un amico?


E non nel bel mezzo di un inferno, ma in una via laterale.

Quello che voglio dire è che la polizia non dovrebbe pestare nessuno. Ma se si trova costretta a farlo, dovrebbe essere per dirimere una situazione di violenza. Dovrebbe usare la violenza per combattere la violenza, non per punire un colpevole. Per quello ci sono i tribunali.

A me sembra che, continuando a spostare la questione sulla “totale estraneità” di Stefano Gugliotta dagli scontri (che stavano avvenendo da un’altra parte) si compia un errore di valutazione serio rispetto alla vicenda.

Durante la mattanza di Bolzaneto, i poliziotti portarono con sè le finte prove che avrebbero dovuto dimostrare che i ragazzi erano dei pericolosi anarco-insurrezionalisti, e con queste cercarono di giustificare la carneficina.

Anche in questo caso dico: se anche ci fossero state davvero (e non c’erano) quelle molotov e i coltelli, la polizia sarebbe stata legittimata a pestare ragazzi che dormivano, imprigionarli e poi torturarli?

Io credo di no.

A meno che non si stabilisca che quella era una situazione in cui le regole democratiche erano sospese.

Allora dobbiamo credere che ogni domenica sera nelle nostre città vengono sospesi i diritti di chiunque, ultrà o no?

RISPETTIAMO SOLO I POMPIERI

Mi raccomando non abbassiamo la guardia, il tempo potrebbe stendere un velo pietoso sull'accaduto e noi dobbiamo impedirlo.
Chi ha novità tra le mani le inserisca, ok?

Si è saputo più nulla della vicenda che ha coinvolto e travolto Stefano Gugliotta?
Si è saputo più nulla della vicenda che ha coinvolto e travolto gli altri ragazzi?
Si è saputo più nulla dei poliziotti che hanno picchiato davvero duro?
Se pensiamo che io sono uno di quelli che ancora credono nello stato e nel rispetto delle regole e sono incazzato come un bufalo africano, mi immagino come possano stare quelli che stanno all'opposto di me.
Se non si danno risposte concrete la situazione non potrà che peggiorare, evidentemente è quel che vogliono!!!!
a presto

Giusto per gradire, anche perchè non ne sappiamo più nulla.
Come al solito!! -sm-