--USQUE AD FINEM--
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Povera Mariarca Terracciano (articolo di Luca Telese)

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Messaggio  Marco Lun Mag 17, 2010 6:34 pm

" Anche se quello di Mariarca Terracciano fosse il primo caso di “suicidio preterintenzionale”, lo sguardo della donna in kefiah incastonato su YouTube è la via con cui arrivano tra noi la paura della morte martirologica e lo spettro del kamikaze sociale. Morte consapevole in diretta, che abbatte la sottile parete divisoria tra reality e realtà. Ci avevano convinto che in questi anni plastificati le emozioni forti sarebbero arrivate dalle dive che si tirano i capelli nelle isole vip. E invece ecco il dramma: suicidi per crisi, per disoccupazione. Quando ci raccontavano dei manager francesi che si sparavano pensavamo: da noi non accadrà mai.
Siamo il paese dei poveri ma belli, del neorealismo in cui Umberto D. soffriva ma non si uccideva. Nella letteratura e nel nostro immaginario, il suicidio era un vezzo borghese, una passione wertheriana: roba da ricchi. Poi hanno iniziato a togliersi la vita gli imprenditori e i commercianti del nord-est. L’Italia positivistica che parte dal capannone per conquistare il mondo, improvvisamente ha avvertito che qualcosa si è rotto. Ora Mariarca e il suo sangue attraversano il confine tra vita e morte: per troppa sicurezza o troppa rabbia. Questa morte non si presta a interpretazioni para-sociologiche, ma ha un valore evocativo.
È il suicidio para-intenzionale di chi vuole gridare e non ha nulla da perdere: è più vicino alla ribellione dei monaci tibetani, lambisce il sacrificio di Jan Palach, che nella Praga dell’invasione sovietica si dà fuoco per svegliare le coscienze. Ma se il sangue dei vivi inizia a ribollire, è anche perché la forbice fra le due Italie che convivono in un solo paese sta diventando incolmabile. Da una parte l’osceno balbettìo del vippaio, le cricche, l’Italia supercafona che prospera ed evade sotto la protezione degli scudi fiscali. Dall’altra l’Italia onesta che entra nel tunnel della disoccupazione, dei mutui sospesi e degli strozzini. Anche se non lo sanno, i primi stanno facendo baldoria con il sudore dei secondi: anche se non gli importa, anche loro hanno bevuto il sangue di Mariarca. "

Marco

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Messaggio  Marco Lun Mag 17, 2010 9:28 pm

Non ci sarebbe mai stato un "papi" senza una mami così. Così diversa da quell’altra, Mami di “Via col vento”, che ammoniva “miss Rosella” a non fare troppo la sfacciata con gli uomini e mantenere un certo contegno nel mostrarsi. Invece Anna, mami di Noemi, per i 19 anni di sua figlia le ha gioiosamente permesso di rifarsi naso, bocca e seno. Di trasformarsi nel clone di albe, nine, loredane. E dire che la cosa più bella che un uomo può dire a una donna è “non sei uguale a nessuna”. Ma i canotti sono strumenti di lavoro: Noemi oggi dice che vuol fare televisione o cinema, recedendo dalle ambizioni parlamentari cui aveva accennato l’anno scorso in occasione del suo debutto mediatico: i 18 anni più famosi d’Italia, a Casoria, con il premier a domicilio e le desolate dichiarazioni di Veronica Lario. “Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni”, disse la ex first lady dopo aver spiegato quel che pensava delle candidate veline del Pdl. Questa mamma in piume di struzzo che al party milanese per il compleanno della sua bambina le ha infilato un cubetto di ghiaccio nella scollatura, quale vita s’immagina per lei? Forse è felice di vederla su “Novella 2000” o su “Chi” dove Alfonso Signorini le prepara servizi preconfezionati. Tette finte, fidanzati finti: ma va bene così. Lo scopo finale, la meta suprema, è la notorietà: non c’è una spiegazione diversa. Altrimenti questo immane sforzo mediatico, di promozione, di marketing scopo vendita, non avrebbe senso. Ci è capitato qualcosa di davvero brutto se i genitori pensano che la felicità dei loro figli sia essere famosi per forza, senza se e senza ma. Se i sogni non sono l’amore ma le copertine, non sono una vita professionale appagante ma qualche foto scollacciata. Se, a scandalo scoppiato, una mamma non si preoccupa di proteggere sua figlia ma si affanna a rilasciare interviste. Se sempre la suddetta mamma sulla mancata presenza di un signore di 73 anni alla festa di sua figlia nemmeno ventenne ci tiene a precisare: “E chi l’ha detto che Silvio ci snobba?” Passata la bufera, vedrete..." Al The club, dove si è svolta la rappresentazione ad uso giornalistico, Carlo Fumo l’amico regista ha detto: “Basta con i falsi moralismi”. Perbacco, basta. E quale sarebbe la morale autentica? Faust che al diavolo aveva venduto l’anima sua, non quella della prole era un dilettante. SCUSATE LO SFOGO.

Marco

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