Una vera finale

Ancora non riesco ad archiviare le immagini della finale di Coppa dei Campioni, uno spettacolo nello spettacolo, la vera essenza del gioco del calcio, quello lontano da calcoli astrali e dalle preliminari inquietudini sapientemente orchestrate.
Quando si parla di pallone, del semplice prendere a calci una palla cercando soltanto attraverso la bravura di superare l'avversario, non ci possono essere dubbi di nessuna natura, vince sempre il più forte.
L'unico avversario difficilmente superabile potrebbe essere la cattiva sorte, ma quello lo decidono gli dei e rientra in un'altro argomento, nello specifico ha vinto il Barcellona perchè è più forte, passo e chiudo.
Ripenso però allo scorso anno, rivedo anche molte delle partite che hanno condotto alla finale prima, ed alla vittoria poi, la squadra del "numero uno" ed ecco che scatta il confronto, tra due diverse squadre guidate da due allenatori diversi.
Ma fu davvero vera gloria, oppure conta solo vincere dopo tanti anni, senza badare al gioco, difendendosi in 11, affidandosi alla bravura del portiere e facendo leva su un contropiede letale e sull'istinto da rete che permette a quel diavolo di campione di segnare sempre.
Anche quando lo si fa giocare da terzino???????
Ho persino letto da qualche parte l'incauto accostamento che qualche buontempone che scrive di calcio ha provato a fare tra quell'Inter ed il Barcellona, e sono sobbalzato sulla sedia.
Non tanto per il contenuto di quell'articolo ma perchè qualcuno l'ha persino pubblicato, decenza e realismo sono elementi sconosciuti da quelle parti e così va il mondo (purtroppo), ma resta il fatto che davanti alla cruda verità venuta a galla nella serata londinese qualsiasi giudizio che non abbia una parvenza di decente obiettività si scioglie come neve al sole.
Ed allora invece di scrivere minchiate clamorose perchè non provare a raccontare le cose per quello che sono, senza falsità e senza spirito di parte?
In tal modo ne verrebbero fuori altre di storie, una delle quali ci direbbe quanto sia in realtà debole colui che fa della provocazione e dell'offesa la sua arma migliore e che non sempre paga fare barriera al limite della propria area difendendo a denti stretti un misero gol segnato in contropiede.
Per carità, il fine giustifica i mezzi, così almeno si dice in giro, poi però ti vedi una partita vera di calcio e ti rendi conto delle diversità, non solo di gioco, ma di mentalità e di comportamenti.
L'Inter dell'anno scorso non solo non somiglia affatto al Barca, ma non è neppure un lontanissimo parente, è semplicemente un'altra cosa ad immagine e somiglianza, tra l'altro, del proprio allenatore, e qui si chiude il cerchio.
Tutto il resto è noia ... -sm-

purtroppo la categoria dei giornalisti è formata per lo più da servi sciocchi che fanno a gara a chi scodinzola di più davanti al "potere".
l'esempio lampante è lo "scherzetto" che hanno fatto al buon Daniele De Rossi e alla Roma accostandoli all'ennesimo caso estivo che sputtana il calcio italiano.